venerdì 30 marzo 2012

libro uccide libro che uccide realtà; o no?

La regola è molto semplice, appena hai letto un libro di 500 pagine che ti ha ingannato e non ti è piaciuto, recupera il libro che avevi abbandonato in un momento positivo e che narrava di cose negative. Deve essere un libro che vuoi leggere, che desideravi leggere, ora ti sembrerà leggero e ti coinvolgerà. E così dopo la delusione ho recuperato Libertà di Franzen, un libro di 600 pagine. In cinque giorni 1100 pagine. Quante parole? Non lo so ma molte di più di quelle che ho sentito e detto nello stesso periodo. 1100 pagine che, volente o nolente ti tolgono dalla realtà. E così è stato, uscito dalla realtà a sprazzi. Anni fa, molti anni fa, Elemire Zolla aveva scritto un saggio: Uscite dal mondo. L'ho anche letto e ho considerato tutte le possibilità per uscire dal mondo ma con Franzen è difficile farlo. Sì, anche lui intreccia storie  ma riesce a farci entrare il mondo. Almeno ci fa entrare il mio. E così, ecco la duplicità, il libro che entra nel mio mondo per farmene uscire e io che entro nel mondo del libro per rientrare nel mio. Ha un senso? E ha un senso quello che ho scritto?

domenica 25 marzo 2012

funerali primaverili




Ma sarà vero che ci sono dei monaci giapponesi che raccolgono i petali caduti dagli alberi e li seppelliscono?

Me lo sono chiesto stamattina, nella solita passeggiata domenicale, nell'incrociare decine di alberi in fiore. Un vero spettacolo di colori e all'improvviso s'è sollevato un bel vento primaverile che s'è messo a scompigliare i rami e a spargere petali da tutte le parti. Sembrava neve e invece erano petali bianchi di pruno. A dir la verità, ora, vorrei un po' di pioggia, ma mi sono interrogato su che significato ha il gesto di seppellire i petali. 
Un gesto inutile? Una perdita di tempo? Niente di meglio da fare? 
E quanti gesti inutili facciamo nella nostra vita? E quanto tempo perdiamo? Meglio di che?
Mi hanno chiamato un'amica e un amico per darmi la notizia di un'altra caduta, meno spettacolare di quella dei petali ma che ora sento più dolorosa. E lui, recitando goffamente un finto dispettoso ottimismo, mi ha consigliato di scegliere un albero di pruno e  contare i fiori. E' quello che sto facendo, ma ora sta arrivando il buio, che devo fare?


sabato 24 marzo 2012

L'insostenibile leggerezza del leggere

Ho preso in mano il libro, che era rimasto, abbandonato, sul divano e l'ho aperto. Ho scorso le prime due righe e, invece di richiuderlo ho proseguito nella lettura provando un brivido. Non era un brivido di piacere e nemmeno di freddo. Era il brivido della lettura, una cosa che avevo provato spesso nell'adolescenza ma poche volte(una ventina) in età adulta. Quand'ero adolescente, per superare la timidezza e le paure, mi sono immerso nella narrativa e ne sono uscito, anni dopo con un'esperienza spaventosa di mondi e paure altrui. Allora provai migliaia di brividi che migrarono nel mio cervello. Poi mi sono dato alla vita, sempre attento a inseguire un libro che poteva darmi qualcosa. Ma è sempre stato più difficile immergermi in quello spazio che t'estranea dalla vita e poi ti ci ributta dentro arricchito e desideroso di sperimentare. Spesso erano libri che nessuno leggeva e legge, ma anche libri che nessuno leggeva e anni dopo sono diventati libri che leggevano, se non tutti, molti. Altri libri che mi sono stati consigliati li ho iniziati, anche più volte, senza riuscire a finirli o arrivando alla parola FINE con molta fatica. Ho comprato molti libri e aspetto il momento giusto per iniziarli, se ne stanno nei posti più improbabili in attesa dei miei occhi. Perciò son rimasto sorpreso che questo libro di un autore, a me, sconosciuto mi regalasse un brivido. Così mi sono lasciato trasportare e nei ritagli di un giorno ho letto 256 pagine. Per scoprire due cose: sono invecchiato e le scuole di scrittura creativa funzionano. Si trattava del solito, bravo, forse grande, ennesimo, narratore. Così al brivido iniziale è seguita una storia, ben fatta, con gli intrecci giusti, le parole giuste ma niente di più. Ora sarò costretto a finire il libro perché le storie non vanno abbandonate ma lo farò sperando che il prossimo libro che aprirò sia scritto da uno scrittore e non dal solito narratore che modella le parole con facilità e leggerezza che però colmano il vuoto per il solo tempo della lettura. 

mercoledì 21 marzo 2012

i poeti vanno e non ci lasciano


La luna è l'unico astro che nasce dietro le montagne e tramonta dentro di noi.
Tonino Guerra 

lunedì 12 marzo 2012

rosseggiando

Ogni sera faccio una passeggiata e passo davanti a questa vetrina. Prima della festa della donna hanno vestito così il manichino femminile. Di fianco, in basso a sinistra(nostra) c'è un'enorme torta a più piani rossa(ce l'ho in un'altra inquadratura e la pubblicherò solo su commento-richiesta). Quella vetrina m'ha impressionato per il suo "rossore". In commercio c'è una caramella, la Rossana, che anni fa veniva pubblicizzata con una filastrocca: "La dolce Rossana, rosseggiando in qua e in là, ingolosisce i golosi con la sua rossa golosità!" M'è ritornata in mente. Donna, torta, rosso, ingolosire. Ma(c'è sempre un ma) c'è qualcosa che non va. La vetrina ha un bozzo, sembra un colpo di proiettile, per la mia fantasia e lo sembra  perché mi ritorna in mente la statistica sulla violenza sulle donne, uccise, violentate, picchiate quasi sempre da un parente. Da un uomo che le sta vicino e che dice d'amarla. Ecco che tutto quel rosso assume, per me, tutto un altro valore. Ora sembra una vetrina horror. Nulla di brutto sul vestito o sulla torta ma la visione è distorta da un'incrinatura sul vetro trasparente, è bastato spostarsi e il punto di vista è cambiato. La verità è una visione distorta della realtà! 

domenica 11 marzo 2012

La discarica delle scelte.


Scegliere, questa è la cosa più difficile. Come fai a sapere qual è la scelta giusta? Oggi sono andato a prendere i miei figli in collina. Sono andato prima per comprarmi il giornale e mettermi tranquillamente seduto al sole a leggere. Avevo già deciso ma il parcheggio è vicino a un giardino, di fianco a un torrente e... ho cambiato la mia scelta. Ho deciso di fare una passeggiata lungo il torrente, il vento me lo diceva e ho cominciato a ragionare sulle scelte. Era quella la scelta giusta? Il percorso era lungo, rischiavo d'arrivare in ritardo. In uno dei posti più verdi c'era una discarica di mattonelle. Eccole le scelte giuste, la fine che potevano fare. Ho proseguito, facendo altre foto, un filmato e godendomi il posto. Ma ancora non sapevo se fosse la scelta giusta. Sono arrivato davanti alla chiesa(i miei figli hanno fatto questa scelta, per ora) e si è aperta la porta e la gente è uscita, sono usciti i miei figli, anche loro sorridenti di vedermi. Abbiamo preso l'auto e siamo tornati a casa. Non so come il discorso è finito sulle scelte e allora ho raccontato loro quello che avevo fatto e la straordinaria coincidenza del mio arrivo con "la messa è finita, andiamo in pace!"(o è il contrario?). Mio figlio mi ha guardato e ha detto "La scelta giusta è come la strada giusta puoi trovarla solo percorrendola!" Cazzo! L'ho guardato e gli ho chiesto " E questo chi l'ha detto? Gesù? O chi altro?" "L'ho sentito in un cartone o forse era un telefilm." Mi ha risposto. Per poco non andavo fuori strada. 
Ora che scelta ho? Come farò a vietargli di guardare la tivù?