martedì 29 novembre 2011

Cosa s'impara all'università?

Oggi sono andato all'università. Ci sono andato in bici e sono arrivato molto sudato e assetato. Sono stato invitato a parlare del mio lavoro. La prima sorpresa è che c'erano dei cartelli e c'era il mio nome scritto giusto,  con di fianco una presentazione. La cosa che mi ha sorpreso è che non mi ritrovavo per nulla in ciò che c'era scritto. Cioè, quello non ero io, almeno come mi penso e vedo io. All'incontro c'erano due altri relatori, molto preparati e giovani in rappresentanza di due associazioni importanti. La stanza, con mia sorpresa, s'è riempita e abbiamo iniziato. Quando m'è toccata la parola ho detto subito che non mi ritrovavo per nulla nella presentazione dei cartelli. Spiegando, invece, il mio ruolo e poi ho fatto il mio intervento. Tutte quegli sguardi giovani m'hanno coinvolto ma a ogni parola mi chiedevo se era quello che cercavano. Finito, il relatore che seguiva ha confermato quanto scritto su di me sul manifesto.  Così mi sono interrogato su me stesso e su chi sono e su quello che credo d'essere. Ed è stato in quel momento che ho capito a cosa serve l'università!

lunedì 28 novembre 2011

Rifiutati(scegli l'accento giusto)

Alle sette e mezza sono uscito e sono andato al supermercato con mia figlia. Non è venuta per aiutarmi ma per essere sicura che avrei comprato le cannucce. Alla fine della via, prima dell'incrocio c'era un ammasso di cose sul marciapiede: una rete, una cassapanca rotta, pezzi di mobili, una televisione antica e un gran numero di sedie. Impagliate, sdraio, da regista, poltrone. E' una prassi normale, nella sera della pulizia della strada prenotare una raccolta di mobili. Infatti in bella vista c'era il foglietto della prenotazione. Probabilmente qualcuno aveva svuotato una cantina. Al ritorno ho dato un'occhiata con maggiore attenzione. Appartengo al gruppo dei "raccoglitori", cioè di quelli che non disdegnano la raccolta di oggetti che altri buttano. M'interessava la sedia da regista che avevo notato all'andata. La sorpresa era che aveva un ospite. Un vecchio signore col cappotto e il cappello color cammello c'era seduto sopra. Mia figlia l'ha trovato divertente e invadente, visto che occupava mezzo marciapiede. E mi ha chiesto se era lì per provare la sedia o se era stato buttato via anche lui. Ho riso, inizialmente, poi mi sono rattristato. Un'ora dopo sono uscito per una passeggiata nella speranza di favorire la digestione. Ho fatto un giro di un'ora e, infine, accaldato sono ripassato per la via dei rifiuti sul marciapiede. Non me ne ricordavo più, così ho rallentato per guardare bene, se per caso c'era qualcosa d'interessante. Testa a sinistra, occhi indagatori, passo lento. La sedia da regista non c'era più. Pezzi di legno, scaffali rotti, sedie sfondate, una poltrona...e qui quasi infartuavo. L'uomo di due ore prima era lì, comodamente seduto sulla poltrona di pelle. Stesso cappotto, stesso cappello e lo sguardo rivolto alla strada. Con le gambe incrociate, come se guardasse la televisione. Ho deglutito e borbottato un saluto. Mi ha guardato senza rispondere. Ecco, cosa c'era d'interessante da portare a casa.

domenica 27 novembre 2011

orgoglio di pietra

Stamattina, in realtà meglio dire a mezzogiorno, sono andato a prendere mia figlia e una sua amichetta all'uscita da messa. Io non vado a messa, non perché dio in sé non mi affascini. Appunto mi affascina ma il fascino ha poco a che fare con la fede. Penso d'essere un cristofilo, Cristo mi piace abbastanza, in particolare i suoi punti deboli, descritti anche nei vangeli apocrifi. Ma torniamo a noi, per aspettare mi sono messo in un posto discosto: pratino, sotto un cipresso, seduto su un cubo di pietra, che stranamente non è freddo. Preferisco questo posto allo stare davanti alla chiesa. Le porte sono di vetro e mi mette a disagio vedere l'interno ed essere visto. Arrivano tre uomini, il primo tocca le pietre del muro, indica le lastre che disegnano un sentiero sull'erba tra gli alberi. Dice: "L'avevo detto che le radici avrebbero spostato le pietre!" "Ma in quanti eravate?" Chiede chi l'accompagna. "Eravamo in 5. E' stato un lavoro lungo! Ma guardate ora!" Risponde il primo uomo. "Quanto tempo fa l'avete fatto?" Chiedono. Non capisco la risposta ma io ci vengo da almeno 6 anni.".....a dei privati. Avremmo chiesto una cifra..." Dice uno degli accompagnatori. Il primo uomo si ferma e con orgoglio dice:"E' proprio un bel lavoro." Un gran bel lavoro! Un bel muro di pietra!" Dicono i due uomini. Giro la testa e mi guardo attorno. E' vero, è proprio un bel muro, un gran lavoro. Ci sono passato un sacco di volte. Mi ci sono seduto ad aspettare. Ma non avevo mai considerato che qualcuno l'aveva fatto e che ne fosse orgoglioso. Per quell'uomo non è stato solo un lavoro qualsiasi, per prendere dei soldi. Lì c'ha visto qualcosa, ha vissuto un periodo di duro lavoro e ora c'è tornato a mostrarlo con orgoglio. Spero che gli abbia fatto piacere che ci fosse un uomo lì seduto, a godersi il posto.    

sabato 26 novembre 2011

Compro o compro

Il 26 novembre è per me uno dei giorni più strani dell'anno. Da quando, ormai diversi anni fa,  ho scoperto che è la giornata mondiale del non acquisto(nata in Canada) mi ci sono dedicato con attenzione. L'attenzione che ci vuole per ricordarsi di non comprare nulla. In particolare se la data capita di sabato. Sembra impossibile ma la presenza della domenica già crea una frenesia da paura di mancanza(di cibo, in prevalenza) che induce le persone a trasformarsi in consumatori compulsivi. In Italia, però, alla giornata del non acquisto è stata contrapposta la giornata della colletta alimentare. Guarda caso si è deciso di contrapporre un atto di solidarietà a un atto di consapevolezza. Per me la solidarietà è stata per lungo tempo un polo magnetico per le scelte da fare nella propria vita. Ma il 26 novembre mi ritrovo a fare i conti con questa scelta. Essere solidale o essere consapevole. Così mi ritrovo davanti al supermercato a guardare tutte le scatole dei volontari e a rigirare delle monete nelle tasche. Ogni anno faccio una scelta diversa compro solo per colletta o non compro? Una cosa è certa: qualsiasi cosa io faccia mi piacerebbe poter conoscere i dati d'acquisto dei supermercati in questo giorno. Scommetto che gli incassi sono superiori agli altri giorni dell'anno(a parte i dintorni del Natale).

giovedì 24 novembre 2011

gratta o vivi

Ieri ho comprato un gratta e vinci. Non so perché. O forse lo so! Il gratta e vinci si chiama TURISTA PER SEMPRE! Poi mi sono chiesto se m'interessa fare il turista per sempre. Erano i soldi che m'interessavano, una specie di prepensionamento. Al momento ho pensato fosse una soluzione. Mi sono poi ricordato la battuta di un film sulla differenza tra un turista e un viaggiatore, era nel film Turista per caso di Kasdan. Il turista non ci faceva una bella figura. Comunque ho grattato seguendo una logica non logica, cambiando sistema ogni grattata per paura d'influenzare la fortuna. Ho lasciato uno spazio da grattare e mi sono portato il biglietto in tasca per tutta la giornata. Quella possibilità inespressa mi ha lasciato aperte diverse possibilità di fantasticare. A sera prima d'andare a dormire ho grattato l'ultima casella. Questo, a ben pensarci, è illogico. Non grattandolo, potevo sognare tutta la notte. Portarmi a letto un'illusione! Questa mattina per penitenza, ai miei allievi ho fatto vedere Into the wild. La penitenza era per me ma loro sono rimasti coinvolti. E' stata una grande sofferenza vedere quel film e avere in tasca il turista per sempre. Perché ho vinto 5 euro e adesso non so cosa fare: mi riprendo i soldi o un altro gratta e vinci? Credo che questa scelta risponderà chiaramente alla domanda: cosa sono diventato?

mercoledì 23 novembre 2011

ora et aspetta!

E' tornato. Stamattina, la sorpresa! E' tornato l'orario. E' riapparsa la tabella degli orari dell'autobus. Ha chiaramente funzionato la telefonata all'ufficio reclami della regione. L'ho vista per caso. ci sono passato accanto senza guardare. Poi una signora mi ha chiesto se sapevo quando arrivava l'autobus e stavo per dirle che non c'era l'orario indicando la tabella vuota sul palo. Invece, che sorpresa! Così ho guardato l'orario e ho scoperto che l'autobus era in ritardo. Ho sorriso. Non so perché, non c'è nulla da sorridere per un ritardo. C'ho pensato e forse era il fatto di poter quantificare il ritardo. Di potermi arrabbiare e avere un base per poter protestare. Marisa, che aspettava l'autobus con me, mi ha detto "Che sorridi? Io sto male. Era meglio quando sapevo che era in ritardo." Non mi sono messo a pensare alla differenza psicologico-culturale tra femmina e maschio. Non ho pensato al bisogno di scaricare la frustrazione di dover andare al lavoro. Non ho soppesato la mia sacca di sadismo. ho solo soppesato il ritardo e come comportarmi. Un autobus era alle 8,07 e uno alle 8,17 e l'autobus è arrivato alle 8,13. In ritardo o in anticipo. Sono scoppiato a ridere e ho lasciato perdere. Ma mi è rimasta una domanda irrisolta. Cos'è meglio: ignorare o conoscere?

martedì 22 novembre 2011

annuntio vobis, gaudium occupy

Mi è sempre piaciuta la piazza. Non la piazza delle manifestazioni ma quella delle discussioni dei capannelli. Il luogo da dove prende origine piazzata! Fare una piazzata. Andare in piazza, che non sia quella del mercato e trovarci persone che discutono, che creano qualcosa. Trovarla occupata. Mi è successo con una delle piazze più belle di Firenze. Di trovarla occupata da un accampamento e da un salotto. Un salotto per discutere e confrontarsi. E' per questo che è nata la piazza. E' a questo che serve. Dei politici hanno fatto delle interrogazioni per chiedere al comune d'intervenire contro chi deturpa una delle piazze più belle di Firenze e perciò d'Italia. Usare una piazza per ciò che è stata fatta e non come un monumento è deturparla? No! E' darle il significato che merita. Si chiama SS.Annunziata! Speriamo che l'annuncio sia buono e che si concretizzi presto!

lunedì 21 novembre 2011

calcionando

E' affascinante che a Firenze non ci sia una radio che parla di politica per gran parte della giornata. Non solo, nella città che il resto d'Italia considera come "comunista", non c'è ma non c'è neanche una radio che parli di politica in maniera preponderante. Esistono una radio dell'ARCI e una radio del circuito "Popolare" di Milano ma la politica è minoritaria nel palinsesto. Invece esistono un sacco di radio "sportive". Che intendono sportivo coll'essere tifosi accaniti della squadra della città. E' fantastico sintonizzarsi in qualsiasi momento e sentire la capacità dei "giornalisti sportivi" di parlare di qualsiasi cosa sia successo attorno, dietro, dentro, fuori alla squadra. Ultimamente ne ascolto una dove intervengono anche i politici in particolare un giornalista di calcio e l'ex candidato sconfitto dal sindaco di Firenze, un ex calciatore. Entrambi sono ora in consiglio comunale tra le fila dell'opposizione ma hanno un sacco di tempo da dedicare alle chiacchiere sulla Fiorentina. la loro capacità d'intrattenimento è ipnotica, la loro preparazione è approfondita. Accumulano ore e ore d'interventi, telefonate, interviste. Non sono mai stanchi. Mi chiedo quando trovano il tempo per prepararsi sui problemi della città, che sono altri rispetto al calcio. Ma forse parlando di calcio parlano di politica così come il sindaco parlando di politica parla di calcio. Solo io non me ne accorgo.

domenica 20 novembre 2011

11 secondi inutili


Ci sono cose che sembrano inutili. Ci sono cose che sembrano utilissime. Eppure, sempre più spesso, rimango affascinato da cose che sembrano inutili e indifferente a cose che sembrano utilissime. Forse dovrei dire che ci sono cose che sembrano inutili e cose che sembrano utili. Sono rimasto un'ora a guardare questi ragazzi che gareggiavano con i cubi. Ero in un posto pieno di giochi e molti li ho provati: da quelli elettronici, quelli di carte, quelli di manipolazione. I migliori erano quelli manuali ricavati da materiale riciclato. Però, mentre mio figlio e i suoi amici si muovevano da un gioco all'altro mi sono bloccato davanti alle dita di questi ragazzi. Non c'è nulla di più bello di un'abilità acquisita giocando. Il problema è che, oggi, sembra che tutti abbiano giocato a Monopoli da piccoli e l'abilità che hanno conservato non aiuta a migliorare i rapporti sociali. Ora riguardo il filmato, scusate, e poi andrò a letto.

sabato 19 novembre 2011

finto x finto

Quand'è successo? Esattamente quand'è che i fiori di plastica sono usciti dai cimiteri per diffondersi sulle strade? Una volta si trovavano solo in alcune tombe all'aperto, poi sono saliti sui loculi più alti. Dovevano presidiare il ricordo, dimostrare una presenza che non si logora. Un giorno sono usciti per strada e hanno sostituito le prime targhe di pietra e di metallo che testimoniavano la perdita di un parente avvenuto in un incidente. Hanno anche sostituito i mazzi di fiori veri appesi ai pali, ai segnali, ai semafori. In alcune città gli assessori hanno messo dei segnali finti per dire che in quel posto c'era stato un incidente mortale. Ma i fiori di plastica hanno vinto e si sono sparpagliati in tutte le città. Non solo, ora si sono trasformati in piante e si trovano fuori dai negozi e infine sono entrati nelle case. Non quei vecchi fiori polverosi dai colori improbabili ma realistici fiori di ogni specie. Spero che presto arriverà una legge come quella sulle buste, che metterà al bando i fiori di plastica. Forse ci vorrebbe una legge contro tutte le cose finte, anche contro gli esseri umani finti. 

venerdì 18 novembre 2011

censimento indeterminato

Fatto il censimento? Io mi sono appena catalogato. Ho messo i puntini nel posto giusto e in qualsiasi posto finirò statisticamente, sarò al posto giusto. Insieme a quelli che hanno lavorato dal 2 all'8 ottobre. Quanti siamo? Siamo in tanti? Più di quelli che non hanno lavorato? Ho messo che sono un dipendente a tempo indeterminato. E anche qui mi domando cosa voglia dire. Quanto è indeterminato il mio tempo? E anche qui, in quanti siamo? Visto che ho solo amici precari, forse in questo caso sono o sto diventando minoranza. Eppoi che mezzo uso per coprire il tragitto per andare al lavoro? Naturalmente segnando il mezzo che copre il maggior chilometraggio. Siccome io vado in bici poi prendo il tram, l'autobus e infine vado a piedi, ho dovuto segnare solo il tram. Insomma statisticamente ne uscirà una vita spezzata. Nei numeri non ci sarà traccia dei miei sogni, dei miei desideri, delle mie delusioni. Sulla carta finirà la parte meno interessante della mia vita. Bisognerebbe fare un altro censimento sulla felicità, sulle delusioni, sui desideri, sui sogni, per sapere come mutano nell'arco del tempo(determinato). 

giovedì 17 novembre 2011

occupy e libera la mente

Oggi è l'anniversario di occupy WS. Mi sono ricordato che avevo fatto un filmato un mese fa a Utrecht dove ho parlato con i cittadini che occupavano la piazza. Ero lì per il matrimonio tra i miei amici Chris e Nat. Dopo essersi sposati in comune, hanno attraversato la piazza e sono andati a salutare gli occupanti. Un bel momento di festa, doppia festa. Così oggi per lenire la mia tristezza democratica mi sono fatto una passeggiata fino a SSAnnunziata, la piazza di Firenze occupata. E la mia solitudine è passata. La mia mente si è liberata. Perché prima la mia mente era occupata da un'immensa melassa mediatica.  Ora so che non sono solo. 

mercoledì 16 novembre 2011

il gusto della crisi


Oggi sono passato davanti a un negozio chiuso. Me lo ricordo bene, era un negozio di alimentari. In questa zona così periferica non ce n’erano altri e mi ricordo che un giorno notai sulla porta di vetro un cartello scritto a mano. C’era scritto: “A chi acquista due etti di prosciutto crudo, un etto di mortadella in omaggio!” Ne restai molto colpito. Non lo lessi come un’opportunità ma come un brutto segnale. Un segnale di crisi e non solo per il negozio, che probabilmente con questa iniziativa voleva controbattere alle offerte dei supermercati, ma generale. Indicava, secondo me, un momento economico di crisi generale. Di tempo ne è passato ma ora quel negozio non c’è più, chiuso. Quella sensazione ora si è trasformata in realtà e non è una bella realtà. Da allora mi è rimasta una curiosità: in quanti hanno approfittato di quell’offerta? E che gusto aveva quella mortadella(al pistacchio?)? E' quello il sapore della crisi?

martedì 15 novembre 2011

lunedì 14 novembre 2011

sesso e religione

Sabato sono andato alla cresima della figlia di un amico. Ho viaggiato fino in Veneto, mi sono goduto la serata di venerdì tra amici politici, a discutere. Ho mangiato un sacco di cibo veneto e bevuto del vino veneto, anche un vin brulé. Sabato sono andato anche in chiesa in un paese vicino al mio paese d'infanzia. Un chiesone pieno zeppo di persone e così ho dovuto stare in piedi e anche i miei piccoli. Due ore in piedi in chiesa...se esiste il paradiso mi ci sono avvicinato un pochino. Non ho visto nessun gesto di carità cristiana da parte dei cristiani con posto a sedere. Io ero proprio di fronte a un espositore. Appesi c'erano diversi pieghevoli che esprimevano una domanda in copertina sulla preghiera e sulla morte e sulla malattia e sul sesso e... Accanto a me c'era una quarantenne che pregava soffrendo sui tacchi. Bionda, vestita di bianco, teneva sotto controllo un bimbetto che si agitava avanti e indietro. Conosceva tutte le preghiere e le diceva con un certo impegno. Però dopo un'ora ha allungato una mano e ha preso un depliant: Il piacere, che importanza ha? L'ha letto con una certa attenzione e poi l'ha rimesso a posto. Dopo altri venti minuti di preghiere ha notato un altro depliant: vivere la propria sessualità. S'è avvicinata, l'ha preso e ha cominciato a leggerlo e non l'ha rimesso a posto. infine la messa è finita e ce ne siamo andati in pace. Incuriosito, prima di uscire ho preso qualche depliant. Ai miei tempi non c'era tutta quest'informazione in chiesa, anzi, neanche fuori.  

domenica 13 novembre 2011

coincidenze positive

Venerdì sono partito. Ho preso il treno e mi è successa una cosa strana, una coincidenza. Una coincidenza non di treni ma di ritardi. Infatti il mio treno aveva accumulato due ore di ritardo. Avevo già incominciato a maledire una serie infinita di oggetti e persone quando mi sono accorto che stava arrivando un altro treno, anch'esso in ritardo di due ore. Arrivava perfettamente all'orario nel quale doveva arrivare il mio, solo che non andava a Venezia ma a Milano. Così sono salito e sono arrivato a Bologna dove ho trovato un regionale che mi ha portato a destinazione con pochi minuti di ritardo. Il giorno dopo, sabato, ero a una cena per festeggiare un'amica e mi è arrivato un messaggio con la notizia delle dimissioni di mister B. L'ho detto e tutte le persone presenti hanno aggiunto un brindisi a quelli di rito. Io, però, ho provato una strana sensazione. La stessa che ho provato nel prendere il treno in ritardo. Sì, era un treno ma non era il mio. Così come la notizia delle dimissioni, ero felice della coincidenza dei festeggiamenti ma era in ritardo. Doveva arrivare prima quel treno. Dovevano arrivare prima...al momento giusto ma anche così era una notizia da festeggiare. 

giovedì 10 novembre 2011

in pantofole

Ieri mi sono comprato un paio di pantofole. Di solito giro per casa con un paio di vecchi sandali usurati a cui ho tagliato la parte posteriore per trasformarli in ciabatte o a piedi nudi per non far rumore(stamattina mi sono alzato alle quattro e mezza). I sandali scricchiolano e il pavimento è freddo così sono andato alla coop e ho valutato le pantofole. I modelli si somigliavano molto e a me interessava solo che fossero morbide, senza suola rigida, perciò silenziose. Quelle più colorate avevano la suola in plastica gommata e l'unico paio con la suola ricoperta di panno era marrone. Non c'era scelta insomma. Tornato a casa ho svuotato il sacchetto della spesa e ho subito provato le pantofole. Nessuno ha apprezzato il fatto che avessi fatto questa scelta per permettere loro di dormire più a lungo, per non disturbarli. Hanno cominciato a dirmi che sono pantofole da vecchio, da ospedale. Mi sono difeso strenuamente ma hanno continuato a canzonarmi per tutta la serata. Questa mattina le pantofole hanno fatto il loro lavoro con serietà ma devo dire che ieri sera ho sofferto molto quando mi sono seduto davanti alla televisione a guardare Santoro su una rete regionale e quando lui ha detto che l'Italia sta cambiando che si sta rinnovando, ho guardato le pantofole e mi sono intristito. Così ho spento la tivù, ho acceso il computer e ho guardato la trasmissione sul web: se indossare un paio di pantofole mi fanno vecchio, guardare Santoro in streaming mi fanno giovane?

quest'attesa mi snerva

Aspettare. Mi capita spesso d'aspettare. Aspetto una telefonata, aspetto il treno, aspetto in qualche coda per andare da qualcuno, aspetto una buona notizia e spesso una cattiva. A volte non aspetto nulla ed ecco che arriva qualcosa. da quando abito in città la cosa che aspetto di più è l'autobus. Ho aspettato l'autobus nelle situazioni più improponibili e ho visto saltare corse o fare ritardi inimmaginabili. In questi casi chiamavo il numero verde per i reclami(memorizzato sul tel) e protestavo. Da circa 50 giorni aspetto l'autobus in una zona squallidina, su di un mini-marciapiede, al freddo, al caldo, alla pioggia e al sole in balia del tempo. Sì, perché qualcuno ha fatto sparire l'orario dell'autobus. Mi sono lamentato con gli autisti chiedendo loro di avvisare la società dei trasporti. Ho telefonato all'ufficio reclami. Niente. Allora ho provato a scrivermi gli orari dell'autobus: impossibile, sembra che ogni autista abbia un proprio orario. Così non resta che arrivare alla fermata quando capita e rimanere in attesa per prendere il primo autobus che passa(purtroppo passa una sola linea). Si tratta di minuti, 10, 15, 12, 9, non si sa ma quei pochi minuti mi danno un senso d'incertezza e d'abbandono che non riesco a sopportare. Che sia altro quello che non accetto? Aspettare Godot? La sensazione d'abbandono che provano i bambini all'asilo? La perdita di una banale certezza?Poi mi sono ricordato il racconto di due amici che sono stati a Cuba. Non solo quella per turisti ma hanno provato a girarla il più possibile. Tra i tanti episodi mi hanno ripetuto che la cosa più straordinaria erano gli autobus. Non sapevano a che ora sarebbero passati, non sapevano quando sarebbero passati e non sapevano se avrebbero trovato posto. Hanno visto intere famiglie accampate sul bordo della strada in attesa. Hanno parlato con loro e hanno scoperto che aspettavano senza sapere quando avrebbero fatto ritorno a casa. Ecco, io questo lo so! Perché alla fermata dove prendo l'autobus per il ritorno, l'orario c'è!

mercoledì 9 novembre 2011

casa nomade

Spesso, la mattina, incontro una ragazza rom. Di solito la vedo quando decido di andare alla stazione a piedi. Una bella camminata di una ventina di minuti. La trovo nei pressi di casa o nella prima parte del percorso. A volte, nella maggioranza dei casi, sta seduta sui gradini di qualche palazzo o sulla porta dei negozi. In questi casi l'ho sempre(sempre) vista con una rivista in mano. Non sono riviste di moda o che si comprano nelle edicole o recuperate nella carta. Sono sempre quelle riviste che si trovano nei raccoglitori, riviste gratuite di case in vendita o in affitto. E lei è china sulla pagina col dito che sottolinea qualche parola. Immersa nella lettura. Anche quando l'ho incontrata che camminava sul marciapiede, in mano reggeva una di queste riviste. Da insegnante ho, fino all'altro giorno, pensato che usasse la rivista per migliorare la lettura dell'italiano. Ma dopo aver letto le dichiarazioni dei leghisti torinesi ho cambiato idea. Alcuni leghisti(un deputato e altri) hanno detto che la pioggia di questi giorni era riuscita a sgomberare i campi  rom. La rabbia che ho provato per queste affermazioni si è mitigata all'idea di questa giovane che cerca casa tra gli annunci dei giornali. 

martedì 8 novembre 2011

abitudini, buone e cattive

Ogni mattina arrivando alla stazione, dopo aver parcheggiato la bici, sapevo di trovare due cose: un dolciastro odore di detersivo in lotta con un corrosivo odore di piscio e un numero imprecisato di turisti stranieri in attesa dell'autobus che li portava a far trekking alle Cinque Terre. Da qualche giorno i turisti e l'autobus sono spariti e anche la miscellanea di puzze si è di molto attenuata. Potrei dire che è la stessa pioggia ad aver cancellato i due eventi. Ma so bene che non è così, anzi penso proprio che il disastro alle Cinque Terre sia successo proprio per favorire l'arrivo degli autobus. Eppure, domattina, vorrei, come prima, dover passare in mezzo a decine di facce sorridenti, evitando zainetti e scarpe da trekking e vorrei rivivere quell'insopportabile invidia che provavo nei loro confronti. Loro alle Cinque Terre e io al lavoro. Ma so già che non li vedrò per lungo tempo come non vedrò  mai un urinatoio pubblico lì dove ce ne sarebbe bisogno(nella foto vedete quello che ho usato nella piazza più bella di Utrecht). E' chiaro: grandi cose inutili dove non andrebbero fatte e niente piccole cose utili dove servono. 

lunedì 7 novembre 2011

via del pantano

Per andare al lavoro percorro una via che si chiama "del pantano". Non è strano, credo che in molte città ci sia una via con questo nome(poi provo su google maps). E' una via come dire, non posso definirla brutta ma strana, almeno nell'ultima parte. Infatti la prima parte è molto urbanizzata mentre la fine(per il mio percorso) s'immette in un pezzo di campagna con un'ex colonica trasformata in appartamenti, un serpentone di cemento con miniappartamenti e di fronte alla fine della via c'è un saponificio.  Dall'altra parte c'è una coltivazione di alberi da frutto. Ora stanno costruendo di fianco all'ex colonica. La via è un disastro, basta un po' di pioggia per trasformarla in un acquitrigno, infatti è un ex palude. Nella via parallela c'è il carcere. Chissà perché moltissimi carceri sono costruite nelle paludi o ex. Forse è un retaggio delle galere, dove i prigionieri dovevano stare con l'acqua fino alle caviglie. Anche Papillon era imprigionato in una palude. Ma oggi evitando le pozzanghere e gli schizzi d'acqua sollevati dalle auto maleducate ho pensato ad altri pantani. Ai quartieri, immersi nel pantano delle alluvioni. Quartieri costruiti con la stessa idea di quello che i miei occhi vedono ogni giorno: nessuna. 

domenica 6 novembre 2011

letargo

Un amico mi ha detto, stamattina, che la sua tartaruga non vuole andare in letargo. eppure gli altri anni a questo tempo era già sparita. L'ha trovata stamattina, in un angolo del giardino, che si riparava dalla pioggia rintanandosi nel guscio ma era allo scoperto. Così lui ha pensato bene di prenderla e metterla al coperto. Perché fa molto caldo per essere novembre ma ha piovuto tutta la notte. Dovrei dire che finalmente ha piovuto ma non posso visto quello che è successo in Liguria e quello che ancora succederà. A dir la verità sono un po' stanco di sentir parlare di dissesto idrogeologico e d'incuria e di impreparazione e di cementificazione del territorio. Sarà perché me ne sono occupato fin da piccolo, perdendo e vincendo numerose battaglie, sarà perché se ne parla troppo e si fa sempre troppo poco ma la mancanza d'interesse, di tutti, verso il bene comune mi fa solo rabbia. Tutto il gran parlare d'ambiente, difesa del territorio, sviluppo sostenibile a cosa ci ha portato? Ad avere come ministro dell'ambiente un'industriale che non ha fatto o non ha potuto fare le cose che andavano fatte. Una sindaco che non si dimette(col ministro) dopo quello che è successo ma anche dei cittadini che se ne fregano del territorio e che si lamentano quando si prendono decisioni impopolari(se si chiudono le scuole e si attua un coprifuoco per un allarme qualsiasi e poi non succede un disastro state pur sicuri che tutti si lamentano e s'incazzano).  Perciò ho avuto un'idea e se al posto della tartaruga ci andassi io in letargo? 

sabato 5 novembre 2011

c'è futuro per i miopi?

Tempo fa ho letto sul giornale un articolo che diceva che diventiamo miopi perché non guardiamo lontano. Sì, proprio così, la vita sedentaria, la vita casalinga, cioè il fatto che non alziamo gli occhi all'orizzonte c'impedisce di vedere lontano. Così non riusciamo più a vedere lontano perché non ci guardiamo più, lontano. Questo mi ha fatto ricordare un detenuto che appena uscito, dopo anni, dal carcere di Volterra si è aggrappato al muro e si è seduto finché non è riuscito ad abituarsi a tutto quello spazio che si apriva davanti ai suoi occhi. Certo che un conto è essere prigionieri in un carcere e un altro è rinchiudersi in casa a guardare la tivù o lo schermo di questo computer. Però questo mi ha fatto pensare a quello che ci succede. Quello che succede intorno a noi: la crisi, le alluvioni, i cambiamenti climatici. Tutte cose che si potevano, si possono pre-vedere se solo si guarda un po' più in là del proprio naso, del proprio tornaconto. Ci abbiamo provato anni fa, perché siamo diventati miopi oggi?

venerdì 4 novembre 2011

ascoltami

Mi spiace ma non riesco a togliermi di mente quello che ho sentito stamattina andando al lavoro. Ascoltavo PrimaPagina su radio tre per passare il tempo. Prima ho saltellato tra un programma e l'altro poi mi sono fermato ad ascoltare gli interventi degli ascoltatori. Di solito sono anziani, di solito è tutto abbastanza prevedibile ma non mi aspettavo quello che ho sentito dal minuto 14,04. Mi è rimasto nella pelle finora, mentre pensavo cosa scrivere, perciò se volete condividere:
http://www.radio.rai.it/podcast/A41357805.mp3
andate al minuto 14,04 e ascoltate la signora siciliana fino all'inizio della risposta del giornalista.
Surreale?

giovedì 3 novembre 2011

Di che ti OCCUPY?

Sono andato a vedere una mostra: declining democracy. Si trova nei sotterranei di palazzo Strozzi ma forse dovevo scegliere la mostra che si trova nei piani nobili del palazzo: Il denaro e la bellezza. E' un caso che denaro e bellezza abbiano relegato la democrazia in cantina? Direi che queste due mostre sono un segno dei tempi. Una metafora del momento che viviamo. Il denaro governa la bellezza e gestisce la democrazia o l'annichilisce. Il sottotitolo della mostra che non ho visto è: I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità(che è già diverso dal Falò delle vanità di Tom Wolfe) e se anche oggi i banchieri e il rogo delle vanità sta andando alla grande, mi sfugge chi sia il Botticelli odierno. Forse Cattelan e il suo dito medio davanti alla borsa di Milano è adatto al momento. Ma io ho visitato la mostra sulla democrazia e non quella sul denaro e la bellezza, che fanno sfoggio di sé ogni dì sui giornali e in televisione. Declining credo che stia per declina e declino della democrazia. Se così fosse, il titolo è proprio indovinato, in questo momento di perdita di potere dei cittadini nella democrazia, si tratta di trovare un nuovo modo di declinarla. In parecchi si stanno interrogando e stanno provando nuove strade ma, non illudetevi, nella mostra non ho trovato la risposta. Però all'entrata mi hanno dato una scheda referendaria, la domanda a cui rispondere è: La maggioranza ha sempre ragione? Una bella domanda e fino all'altro ieri avrei risposto senza pensarci ma oggi il movimento di Occupy dice che noi siamo il 99% e che quelli del piano alto(quelli che hanno il denaro, bellezza!) sono l' 1%! 

mercoledì 2 novembre 2011

voto o torno? torno e voto!

Ho seguito fin dall'inizio la rivolta tunisina. Perché quella che è stata definita la primavera araba è cominciata a capodanno. Quando Bouazizi si è dato fuoco dopo l'ennesima umiliazione metà della mia famiglia era nel deserto tunisino e mentre loro non sapevano quello che stava succedendo, io sapevo tutto. Quando sono ritornati non ho smesso di seguire la vicenda araba, anche perché ho amici e tanti allievi tunisini. Ho raccolto una gran quantità d'informazioni per rigirarle ai miei allievi. Uno scambio continuo di notizie e di spiegazioni fino alle votazioni. Si sono presentati così tanti partiti che mi era impossibile comunicare tutti i nomi ai tunisini che incontro ogni giorno in classe. Infine abbiamo scoperto che nessuno dei miei allievi avrebbe votato. Così abbiamo atteso con emozione i risultati. Ma non mi bastava. Allora mi è venuta un'idea un po' balenga. Ho stampato delle schede elettorali e le ho distribuite nelle classi a tutti i tunisini il giorno dei risultati elettorali. Ebbene lo scrutinio ha riservato una grande sorpresa. A differenza dei loro connazionali in Tunisia o in Italia, hanno votato per i partiti laici, il partito filoislamico non ha avuto neanche un voto. Oggi alcuni di quei ragazzi hanno letto le notizie che ho scaricato da internet e tre di loro mi hanno ringraziato, non per le fotocopie ma per il finto voto e mi hanno detto: "E' stata una bella sensazione, vogliamo provarla davvero. Abbiamo deciso di tornare, forse ora possiamo contare anche noi..." 

martedì 1 novembre 2011

spese di halloween

Ieri appena uscito dal lavoro, prima di tornare a casa mi sono fermato alla coop. Non vado molto a messa ma forse troppo spesso alla coop. Ero ormai a far la fila alla cassa quando ho visto una signora che mi precedeva appoggiare un cero rosso sul tapis roulant. Un flash mi ha scosso, sono corso a prenderne uno e contemporaneamente ho preso una confezione di caramelle agli agrumi. Mi sono ricordato che era la vigilia di Ognissanti, cioè la serata di Halloween. E così eccomi sulla tramvia con la spesa e nella borsa un cero e delle caramelle per dolcetto o scherzetto. Mi sentivo un po' strano: local e global. Tra i sepolcri di Foscolo e La sposa cadavere di Burton. Cosa avrebbe vinto la tradizione o la novità? Ma ieri sera nessuno mi ha spaventato e così ho regalato tutte le caramelle dimenticandomi del cero. Quello l'ho acceso stasera dopo aver sentito le notizie alla tivù, perché queste sì che mi hanno proprio spaventato!