lunedì 28 novembre 2011

Rifiutati(scegli l'accento giusto)

Alle sette e mezza sono uscito e sono andato al supermercato con mia figlia. Non è venuta per aiutarmi ma per essere sicura che avrei comprato le cannucce. Alla fine della via, prima dell'incrocio c'era un ammasso di cose sul marciapiede: una rete, una cassapanca rotta, pezzi di mobili, una televisione antica e un gran numero di sedie. Impagliate, sdraio, da regista, poltrone. E' una prassi normale, nella sera della pulizia della strada prenotare una raccolta di mobili. Infatti in bella vista c'era il foglietto della prenotazione. Probabilmente qualcuno aveva svuotato una cantina. Al ritorno ho dato un'occhiata con maggiore attenzione. Appartengo al gruppo dei "raccoglitori", cioè di quelli che non disdegnano la raccolta di oggetti che altri buttano. M'interessava la sedia da regista che avevo notato all'andata. La sorpresa era che aveva un ospite. Un vecchio signore col cappotto e il cappello color cammello c'era seduto sopra. Mia figlia l'ha trovato divertente e invadente, visto che occupava mezzo marciapiede. E mi ha chiesto se era lì per provare la sedia o se era stato buttato via anche lui. Ho riso, inizialmente, poi mi sono rattristato. Un'ora dopo sono uscito per una passeggiata nella speranza di favorire la digestione. Ho fatto un giro di un'ora e, infine, accaldato sono ripassato per la via dei rifiuti sul marciapiede. Non me ne ricordavo più, così ho rallentato per guardare bene, se per caso c'era qualcosa d'interessante. Testa a sinistra, occhi indagatori, passo lento. La sedia da regista non c'era più. Pezzi di legno, scaffali rotti, sedie sfondate, una poltrona...e qui quasi infartuavo. L'uomo di due ore prima era lì, comodamente seduto sulla poltrona di pelle. Stesso cappotto, stesso cappello e lo sguardo rivolto alla strada. Con le gambe incrociate, come se guardasse la televisione. Ho deglutito e borbottato un saluto. Mi ha guardato senza rispondere. Ecco, cosa c'era d'interessante da portare a casa.

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