lunedì 26 dicembre 2011

il giorno dopo

Ho scoperto il giorno dopo. E posso dire che è il giorno più difficile. Mi spiego. Tutti noi aspettiamo un giorno. Il giorno speciale. Il primo giorno di scuola. Il giorno del colloquio. Il giorno del concorso. Il primo giorno di lavoro. Il giorno del matrimonio. Il giorno della nascita. Il giorno del funerale. Il giorno di festa. Aspettiamo e ci prepariamo per quel giorno e siamo pronti(più o meno) a viverlo. Poi, però, quel giorno passa e arriva il giorno dopo. E per quel giorno non ci siamo preparati e, o ci sorprende, o passa indifferente. E questa è la cosa peggiore, non accorgersi di quel giorno e di quanto sia importante. Perfino più del giorno che aspettavamo. Perciò la lezione che ho imparato è che devo essere pronto. Pronto per il giorno dopo, qualunque dopo sia!

domenica 25 dicembre 2011

l'anima del TE'


Brodino, teino e lettino. Non è detto che tutto il male venga per nuocere. In particolare in questo giorno. Anche perché mi ha permesso di passare qualche minuto davanti a un bicchiere di tè. Non sono un cultore    del tè, amo di più il me e il lei, senza scherzo. Del tè amo il calore del bicchiere, della tazza che si trasmette alle mani e trasloca nel corpo. E' un vero passaggio, a volte emozionante e a volte coinvolgente, mai indifferente e sempre prima dell'assaggio. Un'altra cosa che mi piace del tè è la possibilità di vedere la sua anima che trasvola e s'innalza dal bicchiere. Come si vede bene anche nella foto che ho fatto, è facile vederla. E ci sono momenti, freddolosi o meno, dolorosi o meno, tristi o meno, in cui avere qualcuno o qualcosa che ti mostra la sua anima e ti trasmette il suo calore è veramente indispensabile!

sabato 24 dicembre 2011

allucinazioni natalizie


Ho la febbre. Ho le allucinazioni. Non ci posso credere, quest'albero spara neve su se stesso. Neve artificiale su un albero artificiale. Non lo troverò in questo outlet ma spero in qualcosa di vero!

venerdì 23 dicembre 2011

oh, no!

Ho la febbre! Primo giorno di vacanza e sono pieno di brividi! Ho freddo! Un freddo che s'irradia attraverso tutto il corpo. Le dita dei piedi e delle mani sono gelide. Ho un dolore terribile al costato destro. Pensavo fosse l'arrivo dell'allergia. Invece mi sono disteso dopo pranzo, stanco e infreddolito e in 20 minuti ho fatto più sogni che gli ultimi 8 mesi. Sogni estremamente reali e intensi che ora non ricordo più. Ho cercato il termometro e non lo trovavo, non ho quasi mai la febbre e non capisco nulla di medicine. Sono sempre stupefatto quando sento le persone citare farmaci su farmaci declinando il loro uso esatto. Ci sono due categorie che ne sanno più degli altri: le madri e i tossicodipendenti! Entrambi lo fanno per un motivo chiaro, per le madri sono i figli da curare, spesso prendendo il posto del medico e a volte decidendo il contrario di quanto prescritto. I tossicodipendenti lo fanno per trovare qualcosa che sostituisca le droghe spacciate in strada. Due dipendenze diverse ma totali!

giovedì 22 dicembre 2011

campanella vocale

Un bel sole, oggi. Finito il lavoro, dopo una passeggiata, un autobus  e la tramvia ho recuperato la bicicletta e me ne sono venuto verso casa. Faceva freddo ma tenevo il giubbotto aperto. Canticchiavo.
Sole, vacanze, natale. Ero un po' distratto. Pedalavo senza pensieri o con i pensieri riposti sulle nuvole. L'urlo mi è arrivato alla mente, come una pietra su di un vetro! Ho ondeggiato e recuperato l'equilibrio, mi sono voltato a sinistra per vedere cosa succedeva. Era come vedere una scena di un film. Quelle scene collettive al rallentatore, in cui si vedono le facce di una massa di giovani che corre. Ero davanti una scuola, non avevo sentito la campanella ma un urlo collettivo che tagliava in due il tempo. Da una parte quello scolastico, sospeso. E dall'altra il tempo libero delle vacanze. L'urlo chiariva bene la preferenza dei ragazzi. La gestione del tempo è spazio vitale. Loro per primi lo sanno. Il loro tempo è gestito  da altri: istituzioni(scuole), esseri umani(genitori, insegnanti), oggetti(giochi elettronici, telefonini, computer, televisione). Sapranno "liberarsi"? Speriamo, intanto devo riuscirci io!

mercoledì 21 dicembre 2011

regalo(per il re! E la regina?)

E' un periodo questo in cui si va a caccia di regali. Io non sono un gran cacciatore a dire la verità. Se devo donare qualcosa, lo faccio nell'arco dell'anno. Nei periodi comandati(dell'alto, dal basso, da destra, da sinistra) di solito faccio regali riciclati, in particolare libri che mi sono letto durante l'anno. Sono anche un po' banale visto che li avvolgo sempre in giornali, cioè quotidiani vecchi. Di solito la repubblica e il manifesto. Sono pochi i regali mirati e di solito sono loro a chiamarmi, non so in che altro modo spiegarmi. Ci penso camminando e lasciandomi guidare da un'emozione, da una piccola cosa, una liaison.
Di solito ci vado a sbattere mentalmente. Può essere una piccola cosa, trovata su uno scaffale basso o cercata a lungo e disperatamente. Ultimamente molto cibo lavorato, prodotti poveri. Oppure una cosa importante, secondo me, ricercata, prodotta con fatica. Ma non lo faccio per molte persone, di solito sono le stesse che si ripetono. Non accumulo regali sotto l'albero, forse sono pigro. Oggi ne ho trovati due, per due donne, anche questo è strano per me. Uno è da sottobosco e l'altro è da copertina. Uno sta in una mano, l'altro ci sono volute tre persone per portarlo. Uno l'ho cercato, l'altro l'ho trovato per caso. Eppure ci sono arrivato allo stesso modo,  legando cuore e mente!

martedì 20 dicembre 2011

spaiato


Un guanto dimenticato su una panchina. Non posso fare a meno di domandarmi dove sia l'altro. La stessa domanda me la faccio quando vedo una scarpa lungo la strada. Come fanno le persone a perdere un guanto o una scarpa? E che succede all'altra parte della coppia? Ci sono cose fatte per vivere in coppia e quando uno dei due si perde, l'altro che fine fa? I calzini, per esempio, si possono riaccoppiare, non è facile ma succede. Anzi, a me piace metterli spaiati. Però i calzini si nascondono nelle scarpe e sotto i pantaloni. C'è anche chi gli ha dedicato una canzone: Il paradiso dei calzini spaiati. Ma le scarpe e i guanti che destino hanno, vanno all'inferno? O vengono gettati? O rimangono da soli inutilizzati? Insomma, finiscono dimenticati in un cassetto, bruciati in un inceneritore o languiscono sperando di ritrovare la metà perduta? Non lo so, però so che ogni volta che ne vedo uno(guanto) o una(scarpa), mi chiedo sempre dove sarà l'altro/a. 

lunedì 19 dicembre 2011

boh

Oggi i miei figli hanno dato spettacolo. Nel senso che entrambi hanno fatto una prova, un saggio, appunto, uno spettacolo. Il grande suonava il flauto traverso in duo e nell'orchestra scolastica. La piccola faceva uno spettacolino teatrale con la sua scuola di teatro. Così a me è toccato di vedere I cavalieri della favola rotonda! Mia figlia faceva un ruolo secondario, un personaggio che si chiamava Boh e che a tutte le domande rispondeva, per l'appunto, boh. L'unica cosa è che doveva modulare i boh a seconda della risposta. All'inizio, quando mi ha detto il suo ruolo nello spettacolo, mi sono un po' risentito. Poi c'ho ripensato e ho immaginato fosse un ruolo da teatro dell'assurdo. Un godot che si materializzava. Oggi mi sono presentato con telecamerina, amichette(di mia figlia) e amor paterno. lo spettacolo è stato carino, la maestra è brava. C'era un solo bambino(gli altri, tutti a calcio!). E Boh non era per niente assurdo, era tenerina e imbarazzata. Quel boh modulato, esplicitato, recitato era una trovata fantastica. Ho applaudito assieme agli altri genitori e h pensato di far mia questa opzione. Userò molto di più il boh. Ci sono un sacco di domande a cui non ho voglia di rispondere e tante altre a cui mi sforzo di rispondere. Ora non mi farò più fregare, userò il boh. Anche nei momenti più impensati, sarà utile per un sacco di domande. Per esempio: Perché continuo a scrivere questo blog? C'è qualcuno che mi legge? E' importante? Perché non smetto? Per quanto tempo continuerò? Ne vale la pena? Boh, boh, boh, boh, boh, boh! BOH!

domenica 18 dicembre 2011

telerifiuto


Sono un teledipendente. Non smetterei mai di guardare la televisione. Guardo qualsiasi cosa. In qualsiasi momento. Anche adesso, che sto scrivendo, la televisione è accesa. Ora sto guardando Report. La televisione ha accompagnato la mia vita, fin da piccolo. Ora sto guardando un film con Travolta. Era la televisione in bianco e nero che il mondo almeno era a colori. Ora un documentario sulle mondine. Poi la televisione in camera, la mia televisione che lottava con lo stereo, con la radio(libera, che libera veramente). Ora ho messo su Xfactor. La mia televisione, che ha resistito per 23 anni, fino a scoppiare. Pesava un sacco, era faticoso non solo spostarla ma anche buttarla via. Ora, in casa ci sono tre televisioni piatte. Non hanno peso. Sarebbero rimaste due, un numero giusto per quattro persone, se non ne avessi vinta una ad una lotteria. I miei genitori ne hanno 4 in 2! Però due sono catodiche. Dev'essere una cosa genetica. Ultimamente mi attirano tutte le televisioni ai cassonetti. Ce ne sono di tutti i tipi. Un giorno ne ho trovata una sul suo mobiletto con il telecomando a fianco. Mi sono fermato e ho preso in mano il telecomando, era come il primo che  avevo avuto. Inconsciamente ho premuto il bottone per accenderla. Ma non si vedeva niente, eccetto il mio riflesso muto. Ho faticato ad andarmene, sapevo che se mi allontanavo non ci sarebbe stato più nulla. Quello schermo aveva un senso se c'ero io a guardarlo. Ora sembro io a non trovar senso se non davanti alla tivù.  Oggi guardavo queste televisioni ed è spuntato questo merlo. Sono sicuro che è arrivato da dietro le televisioni e non è uscito dallo schermo. Però...  

sabato 17 dicembre 2011

con/fusione

Oggi ho contato i passi. Ho guardato i volti. Ho ascoltato le voci. Ho mescolato le parole. Ho visto i vestiti. Ho pettinato i capelli.  Ho lisciato le barbe. Ho annusato i profumi. Ho accarezzato la pelle. Ho aperto gli occhi. Ho allargato le braccia. Ho intrecciato le dita. Oggi ho confuso i cuori e il loro ticchettio mi ha stordito. 

venerdì 16 dicembre 2011

c'è ospedale e ospitale


Per l'ennesima volta sono andato al pronto soccorso per accompagnare uno dei miei figli che per l'ennesima volta, avendo cambiato per l'ennesima volta sport, si è fatto male. Questa volta è toccato al pollice sinistro. Il Meyer è un ospedale pediatrico all'avanguardia che fa del rispetto e del rapporto con i minori la sua missione. Abbiamo percorso un corridoio lunghissimo, segnato da tracce che portano al pronto soccorso.Era pieno di bimbi e bimbe e di padri e madri. Abbiamo suonato il campanello e un infermiere gentile ha preso il nome. Dopo qualche decina di minuti l'hanno visitato: codice verde. Verde vuol dire che per fortuna non c'è nulla di grave ma che devi aspettare un sacco di tempo. Nonostante questo, tutto era ospitale, accogliente, colorato. Era pieno di giochi, libri e pupazzi. Muri colorati, arredamento adatto ai bimbi e tanti distributori, perfino uno di libri.  Arrivavano continuamente bambini e bambine. Passavano gruppi, giovani squadre o gruppi di volontari vestiti da babbi natale con doni per i bambini. Siamo rimasti lì tre ore e 20 minuti, per fortuna è bastata una fasciature rigida. Ne siamo usciti bene, fisicamente, ma vedere tutti quei bimbi piccolissimi o grandi, distesi, abbracciati, feriti, ti lascia l'amaro in bocca. ma la cosa che più mi ha colpito è stata la scritta sulla porta. L'essere in ospedale e vedere quella scritta mi ha fatto pensare ancora all'omicidio razzista di Firenze. Eppure è così facile aprire le porte e passare con poco dall'ospedale all'ospitale. Non è facile ma la cura c'è, basta la buona volontà. (ah, quella porta l'ho aperta, ho voluto aprirla, anche se mio figlio non voleva e se n'è vergognato!)

giovedì 15 dicembre 2011

quasi

Avete presente quelle giornate in cui quasi tutto quello che può andare storto, va storto? Ecco, oggi è stata una di quelle giornate. Avete presente quando due persone che amate litigano tra loro? Ecco, questo è successo stamattina. Avete presente quando qualcuno vi fa arrivare in ritardo? Ecco, questo mi è capitato. Avete presente quando vedete l'autobus partire? Ecco, non sono riuscito a prenderlo per un secondo.  Avete presente quelle persone che vi sembrano innocue, che avete sempre considerato innocue ma che hanno un potere, un piccolo potere che a voi può creare un'infinità di problemi? Ecco, oggi ne ho scoperto una. Avete presente quelle persone che per fare quello che dovrebbero fare, vogliono qualcosa in cambio? Ecco, oggi me n'è capitata una. Avete presente quelle persone che minacciano? Ecco, oggi mi sono scontrato con una di queste. Avete presente quelle persone che vi promettono vendetta? Ecco, oggi me l'hanno promessa. Avete presente quando vi sentite impotenti? Ecco, mi sono sentito così. Avete presente quanto uno possa arrabbiarsi e deprimersi per tutto questo? Ecco, proprio così. Avete presente il quasi che ho scritto all'inizio? Ecco, quel quasi è la parte positiva di questa giornata  e serve per riprovarci domani!

martedì 13 dicembre 2011

incubi reali

Sirene, due auto normali, senza insegne a sirene spiegate, vanno in direzione opposta alla mia. Sto tornando dal lavoro, ho deciso di fare una passeggiata fino a casa. Sirene, un'auto, borghese, a sirene spiegate, direzione opposta alle altre due. Un elicottero taglia il cielo e il suo rumore persistente condiziona il pensiero. Semaforo rosso, altre sirene. Indosso l'auricolare e accendo la radio. Cambio ripetutamente frequenza...senegalesi uccisi...manifestazione di senegalesi e italiani...piazza...feriti mercato...Passa il tempo, cominciano a pesare i secondi. L'assassino si è ucciso...bianco, toscano. Manifestazione di rabbia...non mi stacco dalla radio. L'assassino ha un nome e cognome, una storia. Le vittime sono solo senegalesi, non hanno nome. Manifestazioni di rabbia in centro. Urla contro gli italiani razzisti. Provo una sensazione forte di incertezza, di paura. Lo stesso disagio per gli attacchi di Torino ai rom. E' passato solo un giorno. Ora succede qui nella mia città ed è molto peggio. Non mi stacco dalla notizia, troppe emozioni cercano razionalità. Telefonate, opinioni, analisi. Solo a tarda sera ho scoperto che sono morti Samb e Diop! E che Moustapha, Sougou, Mbenghe sono feriti gravemente. 
Sono stanco di incubi, vado a dormire.

domenica 11 dicembre 2011

il razzismo è umido


Ieri sera ero rimasto sconvolto dalla notizia di Torino. Che un gruppo di persone avesse attaccato e bruciato un campo rom mi aveva sconvolto, impaurito, basito, preoccupato. Non basta la crisi economica. C'è di peggio. Quando questa s'accompagna a quella sociale, culturale, razziale. Una crisi si può accompagnare a una rinascita che si basa sulla comprensione, la solidarietà e il riconoscimento dell'altro/a. Oppure a una caduta nel precipizio della ricerca del nemico, del colpevole. Da questo la mia paura di ieri sera. Non ho pensato più di tanto alla scusa. La ragazzina che accusa di stupro. Mi aspettavo che stamattina tutti i giornali, che oggi tutte le televisioni  e le radio ne parlassero. Alle 7 ho ascoltato Prima Pagina su radio3, solo alle 7e50 la giornalista ha dedicato 30 secondi alla notizia. Una giornalista de LaStampa, di TORINO! Che nei giorni scorsi avevo catalogato come sensibile! E come se non bastasse la sottolineatura che la motivazione era sbagliata. Sono inorridito! E se fosse stata vera? Cosa cambiava? Ho subito chiamato la redazione e ci sono riuscito. Ero in linea e sarei intervenuto. Ero pronto. Avrei parlato delle mie paure. Di razzismo conscio e inconscio. Dell'uso delle parole e delle mani. E proprio le mani mi hanno tradito. O meglio, un dito: ho premuto il tasto sbagliato e ho perso la prenotazione. 8e27, mattinata umida di delusione. 

sabato 10 dicembre 2011

con/temporanei

C'è un display in cima e c'è scritto: Tempo Rimanente. E' un negozio temporaneo. Arriva nel quartiere, in questo caso il mio e ci rimane per un periodo di tempo definito. Dopo di che chiude. L'abbiamo fatto di nuovo, scrivono e Temporary Store occupa! C'è chi occupa la strada e chi occupa i negozi(pagando l'affitto), magari in periodo natalizio. Penso che in molti o molte ci faranno un giro, attirati dal prezzo e dal fatto che chiuderà. E' questa la grande novità, quel contatempo luminoso. Sappiamo quando il negozio morirà, è una scelta di marketing mentre quegli altri negozi, quelli che chiudono all'improvviso, che spariscono da un giorno all'altro lo fanno per la crisi, per infarto economico. 
E' contronatura, il tempo si conta in crescere, di solito ci si vanta del tempo passato non del tempo da consumare, per giunta esiguo. E' come se noi andassimo in giro con una data di scadenza. Chi lo farebbe? Morirò tra x anni, x mesi, x giorni, x ore, x minuti, x secondi. Chi lo vorrebbe sapere? Perché quella data di scadenza ce l'abbiamo ma non la conosciamo. Ogni sera passo davanti a quel negozio temporaneo. Gli sono grato, perché mi ricorda che anch'io sono temporaneo in questo corpo. Mi fermo un minuto a guardare i numeri che scorrono e spero di durare un po' più di lui! 

venerdì 9 dicembre 2011

amici veri, amici virtuali, amici falsi, amici reali

Oggi ho cancellato un amico da facebook. Strano ma vero, visto che di solito accade il contrario. No, non che mi cancellano gli altri, questo casomai succede nella realtà. Il contrario è che tutti cercano d'avere nuovi amici. Più amici. Un'amica, vera, mi ha detto che più di un certo numero di amici in facebook devi avere meno di 15 anni fisici oppure hai meno di 15 anni mentali. Non so se sia vero, sta di fatto che ne ho cancellato uno. Uno che sembrava un amico vero, cioè di carne e ossa e invece. Così dopo aver scoperto che non lo era nella realtà, è stato un gesto di liberazione premere il tastino che interrompeva un'amicizia virtuale. Ma quanto son cambiate le cose se dopo esserselo detto in faccia. Se dopo aver subito un'umiliazione, se dopo un'incomprensione o un litigio dobbiamo anche andare su internet e togliere la condivisione, togliere la possibilità di comunicare e di leggere il nostro pensiero(spesso fatto di cazzate o di cose copiate). Qual è la parte della vita che si stacca? Che cosa s'interrompe? Realtà o virtualità? 
(adesso dovrei rispondere, ma che parte di me? E dovrei cominciare scrivendo: Caro diario...o Cari... 

giovedì 8 dicembre 2011

Parcheggio

Questa sera ho litigato con un motociclista. Non posso farci nulla è più forte di me. Non li sopporto più. Non sempre, o forse sì? Comunque, sicuramente non li sopporto quando parcheggiano. Il 99% delle moto sono parcheggiate all'indietro, col tubo di scappamento rivolto al marciapiede e sistematicamente non spengono la moto prima di parcheggiare e sgassano prima di spegnere(a che servirà?)! Inutile dire che prima di togliere la moto dal cavalletto l'accendono e accelerano per partire. In entrambi i casi riempiono di gas di scarico il marciapiede. Sono ormai abituato all'egoismo e al menefreghismo di chiunque, anche al mio, ma c'è sempre un limite. Il motociclista di stasera aveva parcheggiato davanti alla porta e aveva acceso la moto, poi aveva ricevuto una telefonata ed era rimasto seduto sulla sua moto accesa, riempiendo di chiacchiere stupide e gas velenoso l'aria del marciapiede. Uscito da casa mi sono ritrovato in una nuvola mefitica. Le chiacchiere sono insopportabili ma non uccidono,  mentre il gas di scarico intossica. Così gli ho fatto cenno di spegnere. Lui mi ha descritto a cenni una imminente partenza. Allora gli ho detto di partire. Lui mi ha guardato storto mentre rideva al telefono. Mi sono avvicinato e ho cercato di spiegargli, lui s'è indispettito e così ho cominciato a parlagli nel microfono. Dicevo cose insensate ma non insulsi. Allora mi ha prestato attenzione ma non sono riuscito ad andare oltre la mezza frase che ha dato un colpo di gas facendo scendere la moto dal cavalletto e sgommando sulla strada. Peccato, perché avevo un sacco di cose da dirgli. Così la mia campagna di sensibilizzazione è finita prima di cominciare. Mi sono fatto la mia passeggiata e non ho contato le moto parcheggiate con la marmitta al marciapiede, erano troppe. Però ne ho contate tre all'incontrario. C'è speranza?

mercoledì 7 dicembre 2011

un vaso di sogni e incubi

Con la coda dell'occhio, andando al lavoro, passando di fianco a un ristorante cinese ho scorto un angolo di paurosa bellezza.

martedì 6 dicembre 2011

che bello esser matti

Mi era già capitato d'incontrare persone che parlavano per la strada da sole. Non c'ho fatto caso o perché notavo il microfonino, il filo o la scheggia nera appesa all'orecchio. Era chiaro che quelle persone parlavano al telefono attraverso qualche collegamento. Ma questa sera durante la passeggiata ho incontrato per tre volte(ho fatto un giro a otto) la stessa vecchia signora che appena mi avvicinavo alzava la voce e parlava(ho pensato la prima volta) col marito. Già la seconda volta mi sono accorto che non c'era nessun collegamento attirato dal fatto che ripeteva le stesse cose del primo incontro. La mia sensazione veniva confermata dal fatto che anche la terza volta la signora ripetè le stesse cose. Devo dire che ho avuto sensazioni diverse. Prima ho sorriso tra me e me, poi ho avuto pietà e infine, comprensione. Forse impaurita dall'incontro con estranei fingeva di parlare col marito a casa. O forse, vedova cercava un contatto extraterreno. O semplicemente, parlava da sola. In ogni caso, il suo fingere, era basato sul fatto di non apparire strana, per il semplice fatto che ci sono un mucchio di persone che sembrano parlar da sole ma invece comunicano attraverso gadget telefonici. Quand'ero piccolo chi parlava da solo era considerato mezzo o matto intero. Ora chi parla da solo è fico. Ho capito che bisogna aver pazienza, basta aspettare e tutti possono essere rivalutati.

lunedì 5 dicembre 2011

un centesimo di piacere

Ho trovato un centesimo. Stavo camminando sotto la pioggia e ho visto sull'asfalto scuro qualcosa che luccicava. Avete presente, quando la luce colpisce con l'angolo giusto una superficie riflettente e crea un raggio che colpisce l'occhio? Metteteci anche le goccioline che gli rimbalzavano attorno e avrete la mia visione. Niente di eccezionale, non era un miraggio, non era la realizzazione di un desiderio ma ho provato una piccola soddisfazione. Anzi, direi, una strana soddisfazione per un adulto. Era un piacere da bambino, di un bambino che ha appena letto Paperone. Conosco molti che non c'avrebbero fatto caso o che l'avrebbero lasciato lì. Invece l'ho raccolto e finito la passeggiata con un umore migliore di quando l'avevo iniziata. Vorrei trasmettere  a qualcuno questo piccolo piacere, magari ai miei allievi a cui proprio in questi giorni sto spiegando il sistema decimale. Loro sono molto interessati ai grandi numeri a cui aggiungono, per lapsus, euro. Mentre trascurano i numeri piccoli, li snobbano. Vabbè, non trasmetterò a nessuno questo piacere. Vabbè, non cambierò nessuno. Però nessuno mi toglie questo momento e questo CENTESIMO di piacere!

domenica 4 dicembre 2011

grate

Mi piace andare a passeggiare allo stadio il giorno della partita. Mi piace per molti motivi e in tutti i momenti. Mi piace girarci attorno prima dell'inizio della partita quando c'è un sacco di gente che s'avvicina allo stadio. Prima arrivano quelli in auto e cominciano a parcheggiare in ogni spazio possibile e più tardi arrivano più s'allontanano dallo stadio ma non modificano la loro capacità d'inventare parcheggi fantasiosi. I vigili sono tutti attorno allo stadio, perciò non c'è punizione per le infrazioni. I motociclisti arrivano anche all'ultimo momento, anche loro parcheggiano dove capita e come capita. C'è qualche ciclista e all'improvviso tutto attorno alle grate i tifosi che si muovono in gruppi alla ricerca dell'entrata giusta. Le grate sono impressionanti, girano tutto attorno allo stadio e creano un effetto prigione. Oggi mi hanno fatto più impressione del solito perché sono andato a vedere la partita di rugby. Per andare al campo da rugby si passa per lo stadio  e uno degli addetti in pettorina gialla mi ha fermato per dirmi di non proseguire perché la via era bloccata dalle grate. Gli ho detto che andavo a vedere la partita i rugby e si è messo a ridere. Pioveva e arrivato al campo mi sono accorto che avevano levato le recinzioni attorno al campo, sostituendole con una palizzata di legno, alta poco più di un metro. Al ritorno ho guardato le recinzioni attorno allo stadio e il confronto mi ha fatto ridere. Il calcio limita, il rugby apre.  Ho, però notato una cosa. Nella prossimità dei varchi d'entrata c'erano parecchi ombrelli appesi. Probabilmente ai controlli avevano impedito l'ingresso degli ombrelli perché pericolosi. Quei tifosi avevano lasciato i loro ombrelli pensandoli persi o pensavano di ritrovarli? Questo dava un valore diverso alle grate, una motivazione più nobile: portaombrelli. 

sabato 3 dicembre 2011

bel tempo

Finalmente piove! Questa mattina mia madre mi ha telefonato e quando si è lamentata per la pioggia, io che vedevo dalla finestra una bella giornata di sole, l'ho invidiata. Finite le lamentele sono andato a stendere i panni. Ho chiamato un amico e mi ha detto che andava a mangiare lumache in un ristorante vicino Verona. Ho passato gran parte della mattina in casa. Quando ho visto delle goccioline scivolare sui vetri ho provato un piccolo brivido di piacere. Ho riparato in casa il tappeto e i panni e mi sono preparato. Ho indossato giacca con cappuccio e cappello con il frontino e sono uscito. Che goduria vedere le gocce sostare sul frontino e poi cadere al rallentatore, peccato avere solo asfalto attorno. La pioggia è aumentata, sono tornato a casa di corsa, ho indossato la mantella e ho preso la bici. Com'è bello pedalare in mezzo alla pioggia, raccogliere una pozza d'acqua nell'incavo impermeabile della tela tra  il petto e il manubrio. Sentire l'acqua che si ghiaccia sulle mani. Come stavo bene a scivolare sulle ruote, tutto chiuso nella mia mantella. Mi sentivo molto lumachina! Una frenata! Uno schizzo! Uno spruzzo! Una strana sensazione e alzai gli occhi al cielo per vedere se sopra di me c'erano delle dita che stavano per afferrarmi! Niente dita, per fortuna. Una semplice cascata di gocce.  

venerdì 2 dicembre 2011

meteo previsione

Qualche minuto fa stavo per uscire ma mia figlia prima di andare a letto mi ha dato una storia che ha scritto stamattina a scuola: 
IN UNA NOTTE MOLTO BELLA LE STELLE SCOMPARVERO NESSUNO LO AVEVA NOTATO PERCHE' NELLE PREVISIONI DEL TEMPO AVEVANO DETTO CHE QUELLA SERA USCIRE POTEVA ESSERE MOLTO PERICOLOSO E IN QUEL MOMENTO ARRIVO' UN METEORITE MENTRE IL SOLE STAVA TRAMONTANDO PER SEMPRE E NESSUNO LO AVREBBE MAI PIU' RIVISTO.
C'è anche un bel disegno sopra la storia, con un meteorite che lascia una scia colorata ma stasera non esco, rinuncio alla passeggiata, la farò domani se...

giovedì 1 dicembre 2011

8 centimetri


Tornato a casa ho trovato una sorpresa. Negativa! Mio figlio è cresciuto ancora e non passa più dalla porta del bagno. Quando siamo venuti ad abitare in questo appartamento, anni fa, tutte le porte erano uguali a parte quella del bagno, che ha un vano più stretto e basso. Anche la porta è di colore diverso. Allora era bianca e le altre nere, adesso è ancora bianca ma le altre son diventate legno(che faticata!). Noi adulti avevamo smesso di crescere da tempo e con un metro e 75 passavamo agevolmente e i bimbi erano piccoli. Ma Pippo c'ha sorpassati e da tempo s'inchina al bagno. Ora però ha superato la soglia e così, avendo scoperto che tra il legno e la pietra c'è uno spazio vuoto ho preso la mazzetta e ho cominciato a picchiare. Alla fine ho guadagnato 8 centimetri. Sono tanti o pochi 8 cm? Se alzo gli occhi verso lo stipite, per me son tanti ma per mio figlio no(come si vede nella foto). Ci passa appena. Così mi è venuta in mente una notizia che ho letto ultimamente. Una di quelle notizie che i giornali trattano con 8 righe. Una galleria della variante di valico tra Bologna e Firenze si è spostata di 8 cm. Sono tanti o pochi per una galleria? Per il paese lì vicino son tanti ma per gli addetti no visto che i lavori proseguono. Certo il problema permane e va risolto. Io, se Filippo cresce ancora qualche cm  toglierò il legno e porterò in luce la pietra. Ma se la galleria si sposta ancora di qualche cm, come faranno?