domenica 11 dicembre 2011

il razzismo è umido


Ieri sera ero rimasto sconvolto dalla notizia di Torino. Che un gruppo di persone avesse attaccato e bruciato un campo rom mi aveva sconvolto, impaurito, basito, preoccupato. Non basta la crisi economica. C'è di peggio. Quando questa s'accompagna a quella sociale, culturale, razziale. Una crisi si può accompagnare a una rinascita che si basa sulla comprensione, la solidarietà e il riconoscimento dell'altro/a. Oppure a una caduta nel precipizio della ricerca del nemico, del colpevole. Da questo la mia paura di ieri sera. Non ho pensato più di tanto alla scusa. La ragazzina che accusa di stupro. Mi aspettavo che stamattina tutti i giornali, che oggi tutte le televisioni  e le radio ne parlassero. Alle 7 ho ascoltato Prima Pagina su radio3, solo alle 7e50 la giornalista ha dedicato 30 secondi alla notizia. Una giornalista de LaStampa, di TORINO! Che nei giorni scorsi avevo catalogato come sensibile! E come se non bastasse la sottolineatura che la motivazione era sbagliata. Sono inorridito! E se fosse stata vera? Cosa cambiava? Ho subito chiamato la redazione e ci sono riuscito. Ero in linea e sarei intervenuto. Ero pronto. Avrei parlato delle mie paure. Di razzismo conscio e inconscio. Dell'uso delle parole e delle mani. E proprio le mani mi hanno tradito. O meglio, un dito: ho premuto il tasto sbagliato e ho perso la prenotazione. 8e27, mattinata umida di delusione. 

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