lunedì 7 novembre 2011

via del pantano

Per andare al lavoro percorro una via che si chiama "del pantano". Non è strano, credo che in molte città ci sia una via con questo nome(poi provo su google maps). E' una via come dire, non posso definirla brutta ma strana, almeno nell'ultima parte. Infatti la prima parte è molto urbanizzata mentre la fine(per il mio percorso) s'immette in un pezzo di campagna con un'ex colonica trasformata in appartamenti, un serpentone di cemento con miniappartamenti e di fronte alla fine della via c'è un saponificio.  Dall'altra parte c'è una coltivazione di alberi da frutto. Ora stanno costruendo di fianco all'ex colonica. La via è un disastro, basta un po' di pioggia per trasformarla in un acquitrigno, infatti è un ex palude. Nella via parallela c'è il carcere. Chissà perché moltissimi carceri sono costruite nelle paludi o ex. Forse è un retaggio delle galere, dove i prigionieri dovevano stare con l'acqua fino alle caviglie. Anche Papillon era imprigionato in una palude. Ma oggi evitando le pozzanghere e gli schizzi d'acqua sollevati dalle auto maleducate ho pensato ad altri pantani. Ai quartieri, immersi nel pantano delle alluvioni. Quartieri costruiti con la stessa idea di quello che i miei occhi vedono ogni giorno: nessuna. 

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