sabato 14 gennaio 2012

1912-2012

C'è un racconto di Foster Wallace che s'intitola: "Una cosa divertente che non farò mai più." Ho letto questo racconto molti anni fa, molto prima che DFW si suicidasse e molto prima che succedesse quello che è successo ieri sera. Ma molto dopo l'affondamento del Titanic. Nel frattempo ho, con difficoltà, portato avanti un comportamento ambientalista che ha tra le uniche cose certe la mia avversità per questi viaggi. Credo che non ci sia nulla di più vero della pubblicità che imperversa sulle televisioni, che racconta come sia difficile riadattarsi alla vita normale dopo una crociera. Da quel che so è una vera e propria uscita dal mondo reale, dalla quotidianità per entrare nell'artefatto più totale. Perciò quando succede un naufragio non è un semplice incidente ma il mondo dei sogni che crolla. Il Titanic ha fatto la fortuna di un paio d'attori ma è stata una vera e propria ecatombe e ha rappresentato la metafora di un mondo che balla e non s'accorge d'andare verso la catastrofe. E il naufragio del Giglio che cosa ci dice? Per ora è solo l'errore di un comandante che sbaglia rotta e finisce sugli scogli provocando l'affondamento della nave, il naufragio di 4000 persone(a cui viene annunciato che si tratta solo di un danno elettrico), la morte di alcune di loro e la fine del loro viaggio da sogno. Senza aspettare di capire che metafora sarà mi sembra già abbastanza questo. E le coincidenze?  Non c'era nessun iceberg, perciò inutile farci caso.

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