domenica 29 gennaio 2012

anni dopo

Da piccolo ho letto molto e quando intendo molto, voglio dire molto. Poi mi sono indirizzato su Hemingway e ho scoperto gli americani non mollandoli più. Non solo leggevo ma provavo anche alcune delle cose che leggevo. Così quando ho scoperto i protagonisti dei 49 racconti bere bourbon con caraffate d'acqua fresca, ecco che mi sono ingollato del wisky, non mi piaceva per nulla ma cercavo il gusto che avevo vissuto nelle pagine. Quella trasformazione delle parole in realtà è stata la prima, ne sono seguite altre, a volte scellerate, altre coraggiose, alcune peccaminose e qualcuna non raccontabile poi ho ridotto di molto le letture e anche le emulazioni letterarie. Inutile dire che il wiskye non l'ho più bevuto, virando verso più casarecci alcolici. Ma oltre a questo ho fatto un altro blog, dove non scrivo ma leggo, ed ecco che una giovanissima amica parla di poesia e di wiskye. Vengono a trovarmi degli amici che non vedo da molto, vivono all'estero e cucino per loro ma voglio condividere anche le parole e per due giorni m'interrogo cosa fare e poi eccomi a comprare una bottiglia di un alcolico che viene dall'isola di Skye. Stupido, mi sono detto dopo averlo fatto, quante volte si possono fare gli stessi sbagli. E alla fine della sera ho aperto la bottiglia e ho scoperto che Hemingway m'aveva fregato, il wiskye è tutta un'altra cosa. Sorseggiando pochissimo liquido color foglie secche mi sono ritrovato nelle parole che avevo letto. Scoprendo che c'è gusto e gusto, così come parole e parole, il difficile è trovare quelle giuste.

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