mercoledì 11 gennaio 2012

Vano?

Ho fatto una passeggiata o forse è meglio dire una lunga camminata e ho raggiunto un paese vicino. Attraversandolo mi è capitato di fare questa foto. Capita sempre e in ogni luogo di vedere dei vecchi seduti fuori dalla porta di casa o su di una panchina. Da soli o in compagnia. Che osservano il mondo che passa. Li ho, dapprima, ignorati e poi considerati come spettatori. Giunti alla fine della loro esperienza d'attori della vita, si sono assisi su una sedia e da lì osservano il mondo che si muove, su gambe solide o, di più, oggi, su ruote. Però, ultimamente, ne vedo meno, come se oggi preferissero altre visioni, forse gli schermi di cui sono piene le case. Però c'è chi ancora resiste, persevera, cerca l'aria fresca e legge la vita, l'interpreta, l'osserva dal vero. Forse loro potrebbero dire qualcosa sulla finzione che ammanta il vero e sul vero che attraversa la finzione. Troppo? Non so, una volta ho visto un film dove c'era anche un vecchio che se ne stava seduto a guardare quello che succede ma ogni volta che chiudeva gli occhi, lo schermo diventava nero. Senza lo spettatore, senza chi ti osserva non esisti? Difficile essere sufficienti a se stessi. E questo vecchio è geniale: ha collocato la sua sedia in questo vano a fianco della porta. E' all'esterno e non lo è. E' tra le mura di casa ma non in casa. E' protetto ma al contempo è esposto. E' curioso e al contempo timoroso. E' un buon modo di vedere la vita che passa. E' anche un buon modo per viverla?

Nessun commento:

Posta un commento