giovedì 2 febbraio 2012

In una goccia d'inchiostro c'è una buona scorta

Anni fa, quando per me il massimo della poesia era Rimbaud, volevo saltare sopra le tombe dei poeti. Volevo sentire le loro ossa frantumarsi sotto la mia energia vitale. Volevo far uscire i loro effluvi all'aria e respirarli o vederli incendiarsi come fuochi fatui. Allora mi rendevo conto d'esser io un fuoco fatuo. Pisciavo agli issopi allora, o
Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;
E anche il mio cappotto diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele;
Oh! quanti amori splendidi ho sognato!

I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio.
Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo
Rime. La mia locanda era sull'Orsa Maggiore.
- Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru

Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade
In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce
Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore;

Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre,
Come lire tiravo gli elastici
Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!

Non avevo ancora scoperto Wislawa Szymborska. Non ho avuto la fortuna di vivere la mia giovinezza con la carne di Rimbaud ma con il suo spirito di carta. Ho però avuto la fortuna di vivere nello stesso tempo di Wislawa. Perché cambiamo e cambiano anche i poeti che leggiamo. Se  Arthur ha accompagnato la mia giovinezza, quasi guidandola, Wislawa ha accompagnato la nascita dei miei figli. E' vero, il mondo non è mai pronto ad una nuova vita e io non sono pronto alla sua morte ma mi rimane il suo sguardo:

Un miracolo comune:

l'accadere di molti miracoli comuni.


Un miracolo normale:
l'abbaiare di cani invisibili
nel silenzio della notte.
Un miracolo fra tanti:
una piccola nuvola svolazzante,
che riesce a nascondere una grande pesante luna.
Più miracoli in uno:
un ontano riflesso sull'acqua
e che sia girato da destra a sinistra,
e che cresca con la chioma in giù,
e non raggiunga affatto il fondo
benché l'acqua sia poco profonda.
Un miracolo all'ordine del giorno:
venti abbastanza deboli e moderati,
impetuosi durante le tempeste.
Un miracolo alla buona:
le mucche sono mucche.
Un altro non peggiore:
proprio questo frutteto
proprio da questo nocciolo.
Un miracolo senza frac nero e cilindro:
bianchi colombi che si alzano in volo.
Un miracolo – e come chiamarlo altrimenti:
oggi il sole è sorto alle 3,14
e tramonterà alle 20.01
Un miracolo che non stupisce quanto dovrebbe:
la mano ha in verità meno di sei dita,
però più di quattro.
Un miracolo, basta guardarsi intorno:
il mondo onnipresente.
Un miracolo supplementare, come ogni cosa:
l'inimmaginabile
è immaginabile.

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